ZURIGO – Di fronte al crollo dei conti pubblici dettato dalla crisi, la tendenza ad abbassare il livello di imposizione delle imprese per favorire la competitività si sta arrestando. Lo afferma uno studio internazionale della società di revisione KPMG, dal titolo “Corporate and Indirect Tax Rate Survey 2009”. A livello internazionale, i cantoni svizzeri rimangono comunque tra le piazze più attrattive.

Il tasso di imposizione medio in Europa per le imprese si colloca al 23,2% (con picchi molto più alti come per esempio quelli della vicina Italia). In tutta Europa, la tendenza a tagliare le tasse sulle società si è arrestata dopo ben 13 anni.

Per il 2009, in America latina le imposte medie sulle aziende sono rimaste invece inalterate, arrestandosi sul 26,9%. Nella regione Asia-Pacifico si è assistito addirittura a un calo, dal 28,4% in media del 2008 al 27,5% per l’anno in corso.

Quanto alla fiscalità indiretta, in particolare l’IVA, dal 2004 al 2009 in Europa si è verificato un incremento dal 19,5 al 19,8%. E’ andata peggio in America Latina, con un avanzamento dal 15,9 al 16,2%. Nei paesi dell’area Asia-Pacifico il tasso è rimasto invece sostanzialmente invariato.

A causa della recessione e del successivo bisogno urgente di entrate da parte delle pubbliche amministrazioni, numerosi Stati prevedono di aumentare il prelievo indiretto. Nell’Ue, gli incrementi già decisi dovrebbero far aumentare il tasso medio fino quasi al 20% nel 2010.

Tra i vari paesi europei, la Svizzera nel suo complesso si situa al 15esimo posto in materia di imposizione delle società. Tuttavia, fa notare lo studio, tale classificazione si basa sul tasso d’imposizione delle aziende con sede nella città di Zurigo (21,17%). I risultati sono assai più differenziati quando si esaminano i tassi negli altri cantoni.

Appenzello esterno e Obvaldo, per esempio, si situano in quinta posizione assoluta con un tasso del 12,7%. Sono preceduti dall’Irlanda (12,5%), mentre alcuni Paesi dell’Est sono ancora più concorrenziali presentando tassi medi del 10%. Il secondo posto è del Montenegro (9%). Al primo posto, invece, Guernesey e Isola di Man, le Isole britanniche della Manica, dove le società semplicemente non sono tassate.

Zugo, col 15,8%, si avvicina al decimo posto, dietro la Lettonia e l’Islanda (15%). Uri è undicesimo (15,9%) e Sciaffusa dodicesimo (16%), a pari merito con Ungheria e Romania. Sei altri cantoni elvetici figurano tra i primi venti classificati. Anche i cantoni dove l’imposizione fiscale è più severa – Basilea città (23,4%), Vaud (23,5%) e Ginevra – restano globalmente più attrattivi della maggioranza dei paesi confinanti.

Secondo KPMG, in generale in Svizzera si delinea una certa continuità storica. Nel 2009 sedici cantoni non hanno proceduto a modifiche ai tassi rispetto l’anno precedente; otto cantoni hanno addirittura optato per dei lievi tagli. In due cantoni sono state infine decise decurtazioni più importanti: San Gallo, con oltre due punti percentuali in meno, al 16,9% e Argovia: 2,2 punti in meno (19,8%).

Red. Est.
(fonte Ats)

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