Inchiesta sugli stipendi svizzeri. Quanto si guadagna?


Un’indagine dell’ufficio federale di statistica fa i conti nelle tasche degli svizzeri. I meglio pagati? I dipendenti delle banche, seguiti da quelli degli istituti assicurativi e dal settore chimico.

BERNA – Quanto guadagna un cittadino svizzero? Lo rivela un’indagine del Ufficio federale di statistica presentata a Berna e riguardante il biennio 2007/2008. Il 50% degli svizzeri percepisce mensilmente più di 5’823 franchi (pari a 3’850 euro; al netto delle imposte circa 4’500 franchi / 3’000 euro), mentre il restante 50% riceve uno stipendio inferirore.

Solo il 10% di chi ha un salario più basso ritrova ogni mese in busta paga meno di 3’848 franchi, mentre il 10% di quelli meglio remunerati ottiene addirittura una paga superiore a 10’538 franchi.

5’823 franchi rappresenta dunque lo stipendio “mediano”, ovvero quella soglia che divide in due: il 50% delle persone guadagna di più, il 50% guadagna meno.

Nonostante la crisi i salari tengono. Rispetto all’indagine precedente effettuata nel 2006, i salari sono cresciuti del 2,6%. Lo 0,6% in meno rispetto all’inflazione, che si è attestata al 3,2%. La contrazione del potere d’acquisto avvertita dalla popolazione è quindi reale, ma è ben inferiore al punto percentuale.

A passarsela meglio restano i dipendenti delle banche (con un salario mediano di 9’127 franchi), quelli impegnati nei settori della ricerca e sviluppo (8’061 franchi) e quelli del settore chimico-farmaceutico (7’774). Sul lato opposto della scala salariale troviamo invece gli impiegati nel settore dei computer e dell’informatica (5’700 franchi), l’industria tessile (5’026 franchi), quella delle calzature (4’259) e i servizi personali (per esempio i parrucchieri, 3’683 al mese).

Secende il numero dei “working poor”. Tra il 2006 e il 2008 il numero di dipendenti con uno stipendio inferiore ai 3’500 franchi lordi per un impiego a tempo pieno è diminuito dello 0,8%, passando dal 6,2 al 5,4% (circa 138’900 persone totali).

Se si considerano anche gli impieghi a tempo parziale la cifra sale a 400’000 persone, che si trovano nello stato definito di “working poor” (ossia in “povertà” pur essendo lavoratori).

Proprio i 3’500 franchi (circa 2’300 euro al mese) sono la cifra che i principali sindacati e alcuni partiti hanno proposto di inserire nella costituzione svizzera come stipendio minimo obbligatorio per avere una vita dignitosa.

Vita da top manager. Particolarmente felice invece è la situazione dei top manager, la cui busta paga è cresciuta «notevolmente». In generale, nel settore dell’economia, i top manager (ovvero il 10% dei superiori meglio pagati) guadagnano più di 23’492 franchi lordi al mese.

Gli stipendi migliori finiscono ai dirigenti delle banche (58’333, +38,8% rispetto al 2006), a quelli dei servizi finanziari e assicurativi (47’469) e a quelli del settore chimico-farmaceutico (38’073). I dirigenti pagati meno si trovano nei settori alberghiero e della ristorazione (9965) e nell’edilizia (13’585).

Il numero dei dipendenti che beneficiano di bonus è in costante crescita, nel 2008 ha raggiunto il 27,6%. Il valore medio di questi versamenti supplettivi è di circa 1100 franchi mensili, contro i 580 che si ottenevano alla fine degli anni novanta. Anche i bonus più sostanziosi sono versati nel settore finanziario: quasi i tre quarti dei salariati hanno ricevuto in media 45’300 franchi.

E i costi della vita? I dati dell’ufficio statistico confermano le recenti statistiche internazionali sulle città a più alto benessere, secondo le quali in Svizzera si guadagna in media il doppio o il triplio dei paesi confinanti.

Il costo della vita, anche se in diminuzione, è mediamente più alto che negli altri paesi europei, ma in nessun caso è doppio o triplo. Per fare un raffronto affidabile con gli altri paesi basti pensare che i costi tra assicurazioni e imposte varie rappresentano in media circa il 30%/35% del budget totale di una persona, il resto serve per vivere.

L’entrata nell’area Shengen non ha influito negativamente. Secondo Serge Gaillard, capo della Direzione del lavoro alla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), i dipendenti stranieri che occupano gli impieghi più qualificati guadagnano circa 1000 franchi in più dei loro colleghi svizzeri.

Per Gaillard questo significa che la Confederazione importa soprattutto specialisti, che occupano posti per cui sul mercato del lavoro interno non ci sono persone disponibili. A riprova di ciò, per posti poco qualificati, le paghe degli svizzeri sono sistematicamente più elevate di quelle degli stranieri.

Con una punta di sarcasmo, il capo direzione ha anche affermato di attendere con curiosità la prossima statistica prevista per il 2010, in modo da verificare se la crisi si ripercuoterà proporzionalmente sui salari dei top manager.

Tutti al nord. Un interessante fattore di diseguaglianza è costituito infine dalla zona in cui si lavora. Per guadagnare di più conviene lavorare nella regione di Zurigo, nei due cantoni di Basilea, o in Argovia.

Il fanalino di coda per gli stipendi è invece il Ticino, dove si riscontrano i salari più bassi: 8’667 franchi per i posti altamente qualificati e soli 3’901 per i posti meno qualificati.

Luca Spinelli

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