Berna – Lontani eppure vicinissimi. Mentre i blocchi geopolitici novecenteschi si frappongono in muscolari prove di forza e parate militari, Berna e l’AELS puntano sull’India. L’accordo di libero scambio firmato dopo più di 15 anni di trattative segna una via nuova per l’economia del paese e degli altri membri del gruppo (Islanda, Liechtenstein, Norvegia).
L’intesa offre alla Svizzera un accesso agevolato al 94,7% delle sue esportazioni verso il mercato indiano. Significa farmaceutica, macchinari, strumenti ottici, orologi e agroalimentare trasformato. Significa anche un risparmio annuale stimato di 167 milioni di franchi in dazi.
Ma non è solo una questione di tariffe. L’accordo introduce impegni vincolanti dell’India su ambiente, diritti sociali e sostenibilità. È la prima volta che Nuova Delhi accetta un vincolo del genere in un trattato commerciale. Dentro ci sono anche capitoli sugli investimenti: promozione, cooperazione, garanzie di stabilità. L’obiettivo dichiarato è favorire nuovi capitali e nuova occupazione.
Per Berna è un tassello di una strategia più ampia: diversificare i mercati di sbocco, ridurre la dipendenza dall’Unione europea e dagli Stati Uniti, aprire corridoi alternativi. In un momento in cui la politica mondiale si polarizza, la Svizzera sceglie la via pragmatica del commercio.
Due immagini nello stesso tempo. A oriente, i leader delle grandi potenze imperiali celebrano la loro alleanza sotto i riflettori. Al centro dell’Europa, il piccolo Stato non si allinea e firma un accordo con la potenza emergente del sud del mondo.