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Crisi economica, peggiorano le previsioni
ZURIGO – «In Svizzera la recessione nel 1° trimestre 2009 si è ulteriormente aggravata». Lo afferma un comunicato odierno di un gruppo di esperti del ministero dell’economia, che analizza anche la situazione mondiale.
Rispetto allo scorso mese di marzo le prospettive economiche per il 2009 sono ulteriormente peggiorate: nell’anno in corso si prevede un calo del prodotto interno lordo (PIL) svizzero del 2,7%. Anche nel 2010, nonostante l’avvio di una lenta ripresa, l’economia dovrebbe subire un leggero calo: lo 0,4%. Nel 2010 anche la disoccupazione continuerà ad aumentare in maniera significativa.
Nonostante i dati preoccupanti, il calo del PIL è stato nuovamente meno marcato che in molti altri Paesi. La Svizzera sembra dunque – in linea generale – meno colpita dalla recessione, grazie alla solida congiuntura interna registrata alla fine del 2008. Le ragioni di questo peggioramento rispetto al mese di marzo sono perciò da ricercare nel peggiorameto delle economie degli stati vicini (Italia, Germania, Francia) e dei partner economici mondiali.
Nel primo trimestre 2009 la recessione dell’economia mondiale si è accentuata ed è perdurata in primavera. Nei mesi scorsi numerose istituzioni (tra cui il Fondo Montetario Internazionale e l’OCSE) hanno rivisto al ribasso le previsioni congiunturali internazionali. Secondo le attuali previsioni, nel 2009 la produzione economica della maggior parte dei Paesi dell’OCSE dovrebbe subire un drastico calo, con un tasso di crescita negativo, di portata raramente osservata.
Da alcune settimane (aprile/maggio), tuttavia, si sono notati segnali che lasciano presagire la fine della spirale negativa. In molti Paesi il volume di affari delle imprese è leggermente migliorato e anche gli indicatori “forti”, quali la produzione industriale, i proventi derivanti dagli ordini e le esportazioni, indicano, a basso livello, i primi segnali di stabilizzazione. Per il momento, tuttavia, questi indicatori segnalano solo un calo della recessione, non una ricrescita. Per l’anno prossimo il gruppo di esperti prevede un’ulteriore lenta ripresa dei mercati finanziari e della congiuntura mondiale.
Tuttavia, ad eccezione degli USA, colpiti per primi dalla recessione, oggi il forte calo della produzione non ha ancora colpito in toto il mercato del lavoro di molti paesi dell’OCSE. Le conseguenze incerte dello straordinario calo della produzione sulla situazione occupazionale di molti membri dell’OCSE rischiano di provocare, perciò, una contrazione della domanda interna più sostenuta del previsto.
Prendendo atto della situazione, oggi il Consiglio federale ha deciso immediatamente di avviare la terza fase delle misure di stabilizzazione congiunturali, dopo i buoni risultati di quelle precedenti. Il consiglio propone al Parlamento di accordare per il 2010 altri 400 milioni di franchi per misure che dovrebbero in prima linea attenuare gli effetti della disoccupazione in rapido aumento.
L’azione va a integrare il contributo speciale già stabilito di 200 milioni di franchi per la riduzione dei premi delle casse malati. Con queste misure di stabilizzazione si esaurisce per il 2010 il margine di manovra disponibile sul piano delle spese nell’ambito del freno all’indebitamento.
Red. Int.
Svizzera, PIL in calo del 2,4% annuo
BERNA – Secondo una nota del governo, il prodotto interno lordo (PIL) svizzero nel 1° trimestre 2009 è diminuito dello 0,8% rispetto all’ultimo trimestre 2008. A 2,4% la flessione su base annua. Gli impulsi negativi sulla crescita sono stati determinati soprattutto dal crollo del commercio estero.
I dati, pur gravi, sono tutto sommato rassicuranti se paragonati al tonfo del 5,9% su base annua annunciato ieri dall’Italia. Il governo di Berna ha dichiarato ieri che almeno per il momento non sarà necessario provvedere ad ulteriori misure congiunturali, in attesa delle prossime previsioni. Anche se le prospettive economiche sono fosche, la Svizzera sarà meno toccata dalla recessione rispetto ai paesi vicini, ha detto la ministra Doris Leuthard.
Ancora in positivo le spese per i consumi delle economie domestiche, +0,1%, ma i capitoli di spesa coinvolti sono soltanto la salute e le telecomunicazioni. Sono invece calati i consumi nei settori abbigliamento, arredamento, trasporti, servizi finanziari e prestazioni assicurative. La spesa per i consumi dello Stato è cresciuta dell’1,4% rispetto al trimestre precedente.
Il calo delle esportazioni di merci e servizi è proseguito con un rallentamento (-5,4%). Le esportazioni di merci sono state di nuovo colpite maggiormente (-6,6%) rispetto le esportazioni di servizi (-2,3%). Contrariamente alle esportazioni, le importazioni di merci e servizi sono rimaste al livello del trimestre precedente (0,0%).
Per quanto riguarda la produzione, rispetto al trimestre precedente il valore aggiunto nel settore caratterizzato dai servizi pubblici è aumentato dello 0,6%. Anche nei settori commercio, industria alberghiera, trasporti e telecomunicazioni si è registrato un incremento del valore aggiunto dello 0,2%.
Per contro, il settore caratterizzato dai servizi finanziari ha registrato una forte diminuzione del valore aggiunto del 3,2%. Rispetto al trimestre precedente, la perdita di valore aggiunto ha riguardato anche l’agricoltura (-2,0%), il settore dominato dall’industria (-1,0%) e l’edilizia (-0,8%).
Red. Int.