Il punto G

BASILEA (editoriale) – Giungono qua in Svizzera lettere e messaggi che domandano un commento sulla scelta di Beppe Grillo di candidarsi alle primarie per la segreteria del PD, principale partito della sinistra italiana. Guardare da fuori la propria terra permette sempre di leggere gli eventi che la coinvolgono con un certo distacco, una certa ironia.

Quella di Grillo è un’idea maledettamente divertente. Una pietra lanciata in uno stagno da tempo troppo fermo. Se riuscirà a superare la cortina di ferro che si sta alzando – fatta di regolamenti, mine, e fran-cecchini appostati – sarà ben difficile fermarlo. Se ciò sia un bene o un male non so. Una prova del nove su questi aspetti Grillo non l’hai mai sostenuta. Né sulla capacità concreta di trasformare quel suo enorme seguito in voti, né sulle sue effettive capacità politiche; quando l’intuito, la dialettica e gli ideali non bastano più, ma ci vogliono capacità di mettere d’accordo le persone e di scrivere progetti esecutivi.

Non che gli altri contendenti sarebbero necessariamente in grado di farlo, sia chiaro. Bersani e Marino qualche prova in merito in passato forse l’hanno data, ma la guida di un partito è sempre cosa diversa. Specie se al di là del fiume c’è un panzer in grado di buttar giù da solo intere legioni. E di resistere a carestie, inverni moscoviti, attentati dall’interno e alti tradimenti.

A onore del vero, Grillo di persona è dialogante, è cortese, a volte un po’ lunatico, e porta con sé le contraddizioni e le piacevoli insicurezze tipiche dell’uomo comune. Ma sul palco è diverso, come ciascuno di noi lo è in pubblico. Nel suo caso quell’essere diverso lo porta spesso a una durezza magistrale. Una durezza che potrebbe rivelarsi un tallone d’Achille prima di tutto per lui stesso, ora che ha deciso di passare dal ruolo dell’osservatore a quello dell’osservato.

In fondo la politica è un sottile bilanciamento fra dialogo e carisma. Da sempre. Da Napoleone a Obama. Carisma e dialogo con il popolo, dialogo e carisma coi potenti. Con una spruzzatina di intelligenza in entrambi i contesti si può conquistare il mondo. Facendo pure tutti contenti.

Se Grillo sarà in grado di fare questo si vedrà. Un fatto comunque è certo: questa mossa costringerà i suoi avversari a tirare fuori le unghie. A tirar fuori i programmi. Se ci sono. A portare proposte concrete e, soprattutto, convincenti per il futuro. E questo avverrà sia che Grillo riesca a candidarsi, sia che gli venga impedito.

Questo è positivo.

Luca Spinelli

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