Imposizione fiscale: la Svizzera è tra le migliori quattro piazze

BERNA – Nonostante il leggero aumento della pressione fiscale, la Svizzera resta una delle quattro migliori piazze europee. Lo afferma l’Ocse nel proprio rapporto annuale. Dal 2007 al 2008 l’aumento è stato dello 0,7%, collocando l’aliquita fiscale al 29,6%, in controtendenza rispetto alla media dei paesi OCSE dove nello stesso periodo si è registrato un calo.

La pressione delle imposte rappresenta il 22,8% (+0,6% dall 2007), mentre i costi per le assicurazioni sociali pubbliche il 6,8% (+0,1%). Il lieve aumento dell’imposizione, secondo il Dipartimento delle finanze è dovuto all’anticipazione del pagamento dell’imposta federale diretta e alla posticipazione del rimborso di quella preventiva.

Nonostante il lieve aumento, gli unici paesi Ocse che offrono una pressione fiscale più interessante sono gli Stati Uniti (26,9%), il Giappone (28,3%, dato del 2007) e l’Irlanda (28,3%). Si tratta di distanze molto lievi, specie se paragonate con quelle che la Svizzera registra rispetto ai paesi più vessatori, come Danimarca (48,3%), Svezia (47,1%), Belgio (44,3%) e Italia (43,2%).

Nel computo sono considerate le imposte alla Confederazione, Cantoni e Comuni così come i contributi alle assicurazioni sociali pubbliche. Dal 2003 tuttavia la stima sull’aliquota fiscale elvetica non include più i premi obbligatori della previdenza professionale e dell’assicurazione malattia e infortuni, poichè vengono pagati a istituzioni private e non allo Stato. Essi costituiscono circa il 7% del prodotto interno lordo.

Secondo Ats, se tali capitoli di spesa fossero inclusi in ogni paese OCSE, la Svizzera si collocherebbe comunque al di sotto della media generale.

Stando alle previsioni dell’OCSE, le entrate dei paesi si ridurranno ancora nel 2009, per effetto ai tagli delle tasse decisi dai governi per sostenere la domanda e i consumi durante la crisi. Per Angel Guerria, segretario generale, si prospettano comunque tempi difficili: «I Governi sono intervenuti con decisione nel 2008 e nel 2009 per supportare la domanda nel periodo di crisi, ma la contrazione delle entrate fiscali pone dei rischi, una volta ripartita la ripresa, nel mantenere solida le finanza pubblica».

Red. Int.

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