Allarme xenofobia in Svizzera

BERNA – Allarme xenofobia in Svizzera? Almeno così temono le istituzioni, stando al comunicato reso pubblico oggi dalla CFR (commissione federale per il razzismo) in cui si parla di esclation e si invita la popolazione a normalizzare i rapporti con la Germania dopo le tensioni degli ultimi giorni.

A metà marzo, il ministro degli esteri tedesco Peer Steinbrück aveva paragonato le relazioni tra la Confederazione e l’Unione europea a quelle tra gli «indiani» e la «cavalleria», esprimendo anche feroci dubbi sulle reali intenzioni elvetiche di allinearsi con gli standard internazionali sulla cooperazione in materia fiscale. Secondo Steinbrück, sarebbe bastato far credere alla Svizzera d’essere su una fantomatica “lista nera” dei paradisi fiscali, per farla spaventare e correre ai ripari.

Le dure prese di posizione del governo tedesco, e il reiterarsi delle affermazioni, avrebbe causato in questi giorni una recrudescenza nei rapporti tra le popolazioni. «Nell’attuale situazione di crisi – precisano le istituzioni elvetiche – i conflitti per la difesa degli interessi si inaspriscono e il tedesco è spesso percepito come un concorrente indesiderato.» «Questa situazione si ripercuote negativamente anche nella vita quotidiana (sul posto di lavoro, nel luogo di domicilio, davanti alla cassa nei negozi, sui mezzi di trasporto pubblici, nei ristoranti)», «ferendo le persone» e «incrinando la convivenza pacifica».

In sostanza, «la CFR constata con preoccupazione un astio crescente nelle relazioni tra Germania e Svizzera.»

La stessa carta stampata avrebbe fatto da «cassa di risonanza per la diffusione senza alcun ritegno di stereotipi negativi sull'”odioso tedesco”», pubblicando «titoli quali “Arrivano i tedeschi” o “Quanti tedeschi può sopportare la Svizzera?”. Le istituzioni temono perciò la nascita di una nuova «questione tedesca», precisando che «alla luce dell’escalation degli ultimi giorni occorre ribadire che i tedeschi delle attuali generazioni hanno il diritto a non essere associati con il nazismo.»

La dura presa di posizione delle istituzioni elvetiche, secondo le quali è a rischio «la convivenza pacifica», si allinea in modo preoccupante con quanto espresso a fine febbraio dall’autorevole bollettino economico LEAP, ripreso dal quotidiano francese Le Monde (traduzione).

Secondo gli studiosi francesi, tra i pochi analisti in grado di prevedere la crisi mondiale già alcuni anni fa, le crescenti tensioni internazionali potrebbero essere il concreto prodromo di una guerra civile europea, esattamente come avvenuto storicamente a seguito di ogni precedente crisi economica.

Intanto, il prossimo primo d’aprile è prevsito un vertice a Berlino tra la ministra degli esteri elvetica Calmy-Rey e le istituzioni tedesche per discutere della cooperazione e delle tensioni in corso.

Red. Int.

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