BERNA – La Svizzera ha approvato oggi l’accordo tecnico firmato in precedenza con la Norvegia per l’ampliamento dell’assistenza amministrativa e fiscale. Lo annuncia un comunicato di Berna.
Sinora la Svizzera ha negoziato con quattordici stati le nuove Convenzioni di Doppia Imposizione contenenti una clausola di assistenza amministrativa. Oltre a quelle già firmate con Danimarca, Lussemburgo e Francia sono infatti state parafate CDI con Messico, Stati Uniti, Giappone, Paesi Bassi, Polonia, Gran Bretagna, Austria, Finlandia, Qatar e Singapore. Inoltre, per la firma delle CDI con Messico, Gran Bretagna e Austria il Consiglio federale ha dato il via libera.
La firma vincolante, di norma, avviene da tre a cinque mesi dopo la parafatura. Per uscire dalla “lista grigia” dei paradisi fiscali stilata a metà marzo dall’Ocse, il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz vuole giungere entro fine anno ad almeno 12 nuovi accordi controfirmati.
Tali convenzioni, secondo le autorità svizzere, «renderanno possibile lo scambio di informazioni in materia fiscale su singoli casi e a seguito di domanda concreta e motivata», ma in concreto tutto dipende dal testo specifico dei nuovi accordi, su cui ancora nulla si sa.
Per ora, i negoziatori elvetici hanno già siglato nuovi accordi con altri quattordici stati che prevedono un ampliamento dell’assistenza amministrativa, in deroga al segreto bancario, anche per la semplice evasione fiscale, e non soltanto per i reati di frode, come fino ad oggi.
Tra gli stati con cui si è raggiunto un accordo figura anche il Qatar, primo stato extra-Ocse. La prima delle varie nuove Convenzioni di doppia imposizione approvata da tutti gli organi preposti sarà con tutta probabilità sottoposta anche a referendum popolare.
Dalla nota del dipartimento delle finanze pubblicata in occasione del precedente accordo con la Gran Bretagna era trapelata per la prima volta un’informazione sui dettagli tecnici: «all’articolo sulla procedura amichevole la riveduta CDI contiene ora anche una clausola d’arbitrato». Secondo il dipartimento, «questa disposizione corrisponde al modello di Convenzione dell’OCSE». I nuovi accordi, perciò, prevederanno la possibilità di appellarsi a un arbitrato in caso di disputa sulla consegna dei dati dei correntisti in Svizzera.
Non sono comunque ancora chiari i dettagli tecnici né la profondità dell'”assistenza amministrativa” che i due paesi si assicureranno, il testo resta infatti «confidenziale». L’intenzione acclarata, comunque, è l’adeguamento agli standard Ocse in merito alla cooperazione fiscale internazionale, che prevede, in stretta sostanza, assistenza amministrativa e la fine del segreto bancario per come fino ad oggi applicato.
Dopo fortissime pressioni internazionali il 13 marzo 2009, infatti, il governo elvetico aveva ceduto annunciando di voler ridiscutere la collaborazione internazionale nelle questioni fiscali, riprendendo gli standard dell’Ocse in materia di assistenza amministrativa.
Entro il prossimo vertice del G20 previsto per settembre «la Svizzera non avrà ancora firmato accordi con dodici paesi per il sovraccarico, ma avremo elementi a sufficienza per assicurarci che rispetterà i suoi impegni», aveva precisato nelle settimane scorse il ministro per il bilancio francese Woerth.
Negli ultimissimi giorni, inoltre, il governo elvetico ha raggiunto un accordo extragiudiziale sulla consegna al fisco statunitense di circa diecimila nominativi di correntisti Usa presso l’istituto elvetico Ubs.
Oltre all’estensione dell’assistenza amministrativa, i negoziati con la Norvegia hanno permesso altre modifiche inerenti la gestione dei dividendi e delle pensioni.
Al termine dei negoziati, i Cantoni e le associazioni economiche interessate hanno ricevuto per parere il rapporto sul Protocollo di modifica. La Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDCF) e le associazioni economiche sono favorevoli alla sottoscrizione della riveduta Convenzione.
Red. Int.