Tag Archives: passaporto

Passaporto biometrico: si andrà in tribunale

ZUGO – L’associazione “Geistige Landesverteidigung” (Difesa spirituale del paese), che contesta l’esito del referendum sul passaporto biometrico denunciando irregolarità nella procedura di spoglio delle schede, porterà il canton Zugo davanti al Tribunale federale.

All’origine di tale decisione, il rifiuto da parte del consiglio di Stato di accettare il ricorso contro il risultato della votazione del 17 maggio scorso.

L’esecutivo di Zugo ha motivato il rifiuto precisando che i ricorrenti non hanno domicilio nel cantone e non possono perciò presentare ricorsi contro le autorità cantonali. Ma l’Associazione, in una nota odierna, risponde confermando d’aver inoltrato ricorso al Tribunale federale.

Il 17 maggio scorso, l’introduzione del passaporto biometrico era stata approvata dal 50,1% dei votanti: la seconda votazione più combattuta della storia. Lo scarto tra favorevoli e oppositori era stato di sole 5’504 schede.

Contro la votazione erano perciò stati inoltrati 460 ricorsi in 22 cantoni, in parte già rigettati. La maggior parte dei ricorrenti aveva utilizzato i modelli di lettere messi a disposizione su internet dall’associazione “Geistige Landesverteidigung”.

Red. Int.

Passaporto biometrico, i ricorsi sono più di 400

BERNA – Introduzione del passaporto biometrico in Svizzera. Un tema che solo ad accennarlo infiamma gli animi e agita inchiostri. Nel referendum del 17 maggio scorso, l’uso dei nuovi documenti era stato approvato dal 50,1% dei votanti, con uno scarto di sole 5504 schede: il secondo scrutinio più combattuto della storia elvetica.

A distanza di poche ore dalla pubblicazione dei risultati, i ricorsi erano già circa duecento. Oggi ne risultano giunti alle cancellerie più del doppio: 460. 22 i cantoni svizzeri coinvolti.

Questo è quanto emerge da un’inchiesta dell’ATS presso le cancellerie cantonali. La maggiore contrarietà si avrebbe nella Svizzera centrale, in particolare nel cantone di Lucerna, che ha ricevuto circa 250 ricorsi.

I ricorrenti chiedono che i governi cantonali non convalidino il risultato della votazione e procedano a un nuovo scrutinio. Nel caso questa richiesta non dovesse essere accettata, chiedono un nuovo conteggio delle schede.

Secondo la legge, i ricorsi sulle votazioni devono giungere alle cancellerie cantonali entro tre giorni dalla pubblicazione del risultato nel foglio ufficiale. Nella maggior parte dei casi il termine è già scaduto. I cantoni hanno poi dieci giorni a disposizione per accettare o rigettare il ricorso. Finora nessun cantone ha ancora pubblicato alcuna decisione in merito.

Poiché nessun partito politico ha chiesto il riconteggio, la maggior parte dei ricorsi sono pervenuti stampati sui modelli pubblicati sul web dall’associazione Geistige Landesverteidigung (Difesa spirituale del paese), che contesta l’esito dello scrutinio denunciando irregolarità nello spoglio e nel conteggio.

La votazione sull’introduzione dei passaporti è stata preceduta da un grande dibattito sulla sicurezza e i temi legati alla privacy degli utenti. Particolarmente contestato l’archivio centrale contenente i dati di tutti i cittadini svizzeri (fotografie, impronte digitali, dati personali), che per i critici rischia di creare concreti scenari di controllo globale.

Red. Int.

La Svizzera approva il passaporto biometrico

BERNA – Il 50,14% degli svizzeri vuole il passaporto biometrico. Questo è quanto sancito oggi dal referendum indetto in tutto il territorio della confederazione. Il risultato è stato incerto fino all’ultima scheda. Alla fine un pugno di voti ha fatto la differenza: solo 5504. A livello cantonale lo scarto è stato così minimo da rientrare in alcuni casi nell’errore statistico: nel canton Glarona, per esempio, il “no” ha vinto con uno scarto di soli 5 voti.

Soltanto il 38,7% degli aventi diritto si è recato alle urne. La più elevata affluenza è stata segnata nel canton Sciaffusa (59,0%), seguito da Basilea Città (45,9%). In fondo alla lista Glarona (26,3%) e Appenzello Interno (29,9%), ma anche Ticino (32,4%) e Grigioni (33,6%) hanno registrato un basso interesse.

La legge approvata dal popolo svizzero autorizza l’introduzione di un nuovo passaporto munito di un chip biometrico contenente una fotografia, impronte digitali ed altri dati personali del proprietario. Con il forte sostegno del governo, una lieve maggioranza di 953’136 votanti ha votato sì, mentre le fortissime polemiche di questi giorni sui rischi di violazione della privacy legati all’introduzione del nuovo documento hanno spinto 947’632 persone (49,9%) e sedici cantoni a respingere il progetto. Il risultato segna una netta spaccatura nell’opinione pubblica.

Michael Reiterer, ambasciatore della Ue a Berna, ha salutato con favore il responso delle urne, sottolineando una ulteriore conferma elvetica verso i trattati di Schengen già ratificati. Gli oppositori hanno invece chiesto nuovamente un uso moderato del documento criticando l’opzione di una banca dati centralizzata. Dal canto suo, la consigliera federale Widmer-Schlumpf, sostenitrice del “sì”, ha promesso che per ora non sarà introdotta anche una carta d’identità biometrica, assicurando inoltre l’impegno a garantire la protezione dei dati personali.

Migliore fortuna per il secondo quesito referendario previsto per la giornata di oggi: l’articolo costituzionale che chiede a confederazione e cantoni di tenere conto delle medicine e tecniche alternative nel sistema sanitario è stato accolto con un netto 67% dei voti e da tutti i cantoni. 1,28 milioni di persone hanno accettato la proposta elaborata dal Parlamento, mentre 632’000 si sono opposte.

I sostenitori chiedono che i cinque metodi di medicina alternativa esclusi nel 2005 vengano oggi reintrodotti nel catalogo delle prestazioni rimborsate dall’assicurazione di base: medicina antroposofica, omeopatia, terapie neurali, fitoterapia e medicina tradizionale cinese. Ma per una tale approvazione sarà necessario l’appoggio del parlamento. E i tempi potrebbero slittare almeno a metà del 2010 o all’inizio del 2011. Inoltre, se un metodo non dovesse dare prova di efficacia, non sarà reintrodotto.

Il ministro della sanità Pascal Couchepin, pur riconoscendo la vittoria dei sostenitori della medicina pseudoscientifica, non ha voluto esprimersi sulla sorte che sarà riservata ai trattamenti alternativi: “la mia preoccupazione è di frenare l’esplosione dei costi della salute”, ha pragmaticamente affermato.

Red. Int.

Svizzera, in arrivo il passaporto biometrico: polemiche

BERNA – Il prossimo 17 maggio la popolazione voterà per l’introduzione del nuovo passaporto biometrico elvetico. Un insieme di dati estremamente personali – foto, impronte digitali, date – che ciascuno porterà con sé e che saranno archiviati in una banca dati centrale.

Ed è proprio questa banca centralizzata a sollevare interrogativi, paventando scenari da “Grande fratello” istituzionale.

Secondo il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) il nuovo passaporto sarà praticamente inviolabile. Gli esperti, tuttavia, hanno mostrato varie inceretezze: il nuovo documento non è al riparo da falsificazioni e anche le informazioni che contiene potrebbero essere utilizzate per fini impropri.

Secondo Hanspeter Thür, il Preposto federale alla protezione dei dati, la centralizzazione delle informazioni in un unico registro è una misura abnorme, in queste forme assolutamente non richiesta dagli accordi internazionali. Conservare i dati personali nel microchip del documento stesso sarebbe più che sufficiente, come avviene già nell’Unione europea.

Il Consiglio federale, nel suo opuscolo informativo destinato all’elettore, afferma che i dati centralizzati non potranno essere utilizzati per scopi investigativi, a meno che si presenti la necessità di identificare vittime di incidenti, di atti di violenza o di catastrofi naturali. Ma il fatto stesso che il governo faccia tale precisazione, secondo Thür, suscita dubbi. Vicende venute alla luce all’estero dimostrano che quel tipo di banca dati può essere utilizzata per fini diversi da quelli per cui era stata concepita.

Senza contare che gli archivi centralizzati sono da sempre il bersaglio privilegiato dei pirati informatici. Kurt Haupt, esperto di informatica, non esclude l’eventualità di falle nel sistema di protezione, che darebbe la possibilità a persone non autorizzate di leggere i dati contenuti nel microchip. Inoltre, un recente studio dell’Università e della Scuola politecnica di Losanna, pubblicato nello scorso luglio su mandato del Fondo nazionale svizzero, è perentorio: la tecnologia non è del tutto perfezionata e il passaporto può essere manomesso.

È infatti possibile creare false impronte digitali di silicone, che i falsari – secondo quanto affermano i ricercatori – venderebbero al prezzo di 500 franchi circa. Anche la foto digitalizzata non è esente da problemi: per perturbare il sistema di lettura basterebbe farsi crescere barba o capelli.

Tutti timori infondati, secondo le istituzioni. Il registro centrale è necessario per evitare che qualche malintenzionato si procuri un vero documento sotto falsa identità, afferma il DFGP. È inimmaginabile che il passaporto biometrico possa essere scardinato: il microchip è protetto da un codice, che cambia ogni 15 giorni, al quale hanno accesso solo i paesi che vantano gli stessi standard di sicurezza della Svizzera. Forzarlo, secondo il DFGP, è praticamente impossibile.

Ma tra poche settimane saranno i cittadini a decidere. Secondo un sondaggio commissionato da SRG SSR suisse di alcuni giorni fa, il 47% sarebbe favorevole, il 39% contrario, e un 14% ancora di indeciso.

Red. Int. – Red. Tec. (fonte ats)