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Segreto bancario, accordo Svizzera – Gran Bretagna
BERNA – La Svizzera ha raggiunto oggi un accordo tecnico con la Gran Bretagna per l’assistenza amministrativa e fiscale. Lo annuncia un comunicato di Berna, secondo cui le trattative tra i due paesi sono «concluse».
Si tratta della decima Convenzione di doppia imposizione stipulata, dopo quella di pochi giorni fa con la Polonia. Per uscire dalla “lista grigia” dei paradisi fiscali stilata a marzo dall’Ocse, il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz vuole giungere entro fine anno ad almeno 12 nuovi accordi.
Tali convenzioni, secondo le autorità svizzere, «renderanno possibile lo scambio di informazioni in materia fiscale su singoli casi e a seguito di domanda concreta e motivata», ma in concreto tutto dipende dal testo specifico dei nuovi accordi, su cui ancora nulla si sa.
Come detto, i negoziatori elvetici hanno già siglato nuovi accordi con nove stati – Danimarca, Norvegia, Lussemburgo, Francia, Messico, Stati Uniti, Giappone, Olanda e Polonia – che prevedono un ampliamento dell’assistenza amministrativa, in deroga al segreto bancario, anche per la semplice evasione fiscale, e non soltanto per i reati di frode, come fino ad oggi.
La convenzione con la Gran Bretagna, così come le altre varie nuove convenzioni firmate – tecnicamente “parafate” – non è ancora formalmente vincolante. Sarà prima presentata per parere ai Cantoni e alle associazioni di settore e, successivamente, sottoposta al Consiglio federale. La prima delle varie nuove Convenzioni di doppia imposizione approvata sarà con tutta probabilità sottoposta anche a referendum popolare.
Dal comunicato del dipartimento delle finanze trapela per la prima volta un’informazione sui dettagli tecnici: «all’articolo sulla procedura amichevole la riveduta CDI contiene ora anche una clausola d’arbitrato». Secondo il dipartimento, «questa disposizione corrisponde al modello di Convenzione dell’OCSE». I nuovi accordi, perciò, prevederanno la possibilità di appellarsi a un arbitrato in caso di disputa.
Non sono comunque ancora chiari i dettagli tecnici né la profondità dell'”assistenza amministrativa” che i due paesi si assicureranno, il testo resta infatti «confidenziale». L’intenzione, comunque, è l’adeguamento agli standard Ocse in merito alla cooperazione fiscale internazionale, che prevede, in stretta sostanza, assistenza amministrativa e la fine del segreto bancario per come fino ad oggi applicato.
Dopo fortissime pressioni internazionali il 13 marzo 2009, infatti, il governo elvetico aveva ceduto annunciando di voler ridiscutere la collaborazione internazionale nelle questioni fiscali, riprendendo gli standard dell’Ocse in materia di assistenza amministrativa.
Entro il prossimo vertice del G20 previsto per settembre «la Svizzera non avrà ancora firmato accordi con dodici paesi per il sovraccarico, ma avremo elementi a sufficienza per assicurarci che rispetterà i suoi impegni», aveva precisato nei giorni scorsi il ministro per il bilancio francese Woerth.
Red. Int.
Fine del segreto bancario, accordo Svizzera – Polonia
BERNA – La Svizzera ha raggiunto il 1° luglio 2009 un accordo tecnico con la Polonia per l’assistenza amministrativa e fiscale. Lo annuncia un comunicato di Berna, secondo cui le trattative tra i due paesi sono «concluse».
Si tratta della nona Convenzione di doppia imposizione stipulata. Per uscire dalla “lista grigia” dei paradisi fiscali stilata a marzo dall’Ocse, il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz vorrebbe giungere entro fine anno ad almeno 12 nuovi accordi.
Tali convenzioni, secondo le autorità svizzere, «renderanno possibile lo scambio di informazioni in materia fiscale su singoli casi e a seguito di domanda concreta e motivata», ma in concreto tutto dipende dal testo specifico dei nuovi accordi, su cui ancora nulla si sa.
I negoziatori elvetici hanno già siglato nuovi accordi con otto stati – Danimarca, Norvegia, Lussemburgo, Francia, Messico, Stati Uniti, Giappone e Olanda – che prevedono un ampliamento dell’assistenza amministrativa, in deroga al segreto bancario, anche per la semplice evasione fiscale, e non soltanto per i reati di frode, come fino ad oggi.
La convenzione con la Polonia, così come le altre varie nuove convenzioni firmate – tecnicamente “parafate” – non sono ancora formalmente vincolanti. Saranno prima presentate per parere ai Cantoni e alle associazioni di settore e, successivamente, sottoposte al Consiglio federale. La prima delle varie nuova Convenzioni di doppia imposizione approvata sarà molto probabilmente anche sottoposta a referendum popolare.
Dalle note del dipartimento delle finanze non trapela alcuna informazione sui dettagli tecnici, né sulla profondità dell'”assistenza amministrativa” che i due paesi si assicureranno, il testo resta infatti «confidenziale». L’intenzione, comunque, è l’adeguamento agli standard Ocse in merito alla cooperazione fiscale internazionale, che prevede, in stretta sostanza, assistenza amministrativa e la fine del segreto bancario per come fino ad oggi applicato.
Dopo fortissime pressioni internazionali il 13 marzo 2009, infatti, il governo elvetico aveva ceduto annunciando di voler ridiscutere la collaborazione internazionale nelle questioni fiscali, riprendendo gli standard dell’Ocse in materia di assistenza amministrativa.
Entro il prossimo vertice del G20 previsto per settembre «la Svizzera non avrà ancora firmato accordi con dodici paesi per il sovraccarico, ma avremo elementi a sufficienza per assicurarci che rispetterà i suoi impegni», aveva precisato nei giorni scorsi il ministro per il bilancio francese Woerth.
Red. Int.
Svizzera e Polonia contro il G20
BERNA/VARSAVIA – Secondo Varsavia e Berna il G-20 non è l’organizzazione giusta per trovare soluzioni alla crisi finanziaria ed economica di questi mesi.
E’ quanto dichiarato oggi a Varasavia dalla ministra elvetica dell’economica Doris Leuthard e dal suo omologo polacco e vicepremier Waldemar Pawlak. Un compito che per il Dipartimento federeale per l’economia sarebbe piuttosto da affidare al Fondo monetario internazionale (FMI), organizzazione nella quale Svizzera e Polonia fanno parte dello stesso gruppo di voto. L’ONU sarebbe quindi la piattaforma migliiore per discutere le difficoltà.
Le dichiarazioni, oltre che un opinione politica, costituiscono anche una ferma risposta al non invito dei due paesi al prossimo G-20 di Londra, previsto per gli inizi di aprile.
Durante l’incontro tra i due ministri, Pawlak ha illustrato a Leuthard la situazione economica in Polonia e i rapporti bilaterali tra le due economie. Dopo il crollo della moneta locale, lo Zloty, infatti, vari creditori di ipoteche sarebbero in difficoltà.
Prima del vertice col vice-premier, Leuthard ha incontrato la ministra dello sviluppo regionale Elzbieta Bienkowska, con la quale si è discusso del contributo elvetico alla Polonia di 489 milioni di franchi in arrivo tramite il fondo di coesione europeo. L’applicazione procede come da programma ma enbrambe le parti auspicano una maggiore celerità.
Leuthard ha incontrato anche il ministro dell’agricoltura Marek Sawicki, con cui si è parlato delle politiche agricole dei due paesi. Sawicki ha riferito che la crisi del settore non ha ancora colpito la Polonia, ma quando questo avverrà si assisterà a un aumento della disoccupazione.
Red. Int.