BERNA – La Svizzera ha raggiunto il 1° luglio 2009 un accordo tecnico con la Polonia per l’assistenza amministrativa e fiscale. Lo annuncia un comunicato di Berna, secondo cui le trattative tra i due paesi sono «concluse».

Si tratta della nona Convenzione di doppia imposizione stipulata. Per uscire dalla “lista grigia” dei paradisi fiscali stilata a marzo dall’Ocse, il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz vorrebbe giungere entro fine anno ad almeno 12 nuovi accordi.

Tali convenzioni, secondo le autorità svizzere, «renderanno possibile lo scambio di informazioni in materia fiscale su singoli casi e a seguito di domanda concreta e motivata», ma in concreto tutto dipende dal testo specifico dei nuovi accordi, su cui ancora nulla si sa.

I negoziatori elvetici hanno già siglato nuovi accordi con otto stati – Danimarca, Norvegia, Lussemburgo, Francia, Messico, Stati Uniti, Giappone e Olanda – che prevedono un ampliamento dell’assistenza amministrativa, in deroga al segreto bancario, anche per la semplice evasione fiscale, e non soltanto per i reati di frode, come fino ad oggi.

La convenzione con la Polonia, così come le altre varie nuove convenzioni firmate – tecnicamente “parafate” – non sono ancora formalmente vincolanti. Saranno prima presentate per parere ai Cantoni e alle associazioni di settore e, successivamente, sottoposte al Consiglio federale. La prima delle varie nuova Convenzioni di doppia imposizione approvata sarà molto probabilmente anche sottoposta a referendum popolare.

Dalle note del dipartimento delle finanze non trapela alcuna informazione sui dettagli tecnici, né sulla profondità dell'”assistenza amministrativa” che i due paesi si assicureranno, il testo resta infatti «confidenziale». L’intenzione, comunque, è l’adeguamento agli standard Ocse in merito alla cooperazione fiscale internazionale, che prevede, in stretta sostanza, assistenza amministrativa e la fine del segreto bancario per come fino ad oggi applicato.

Dopo fortissime pressioni internazionali il 13 marzo 2009, infatti, il governo elvetico aveva ceduto annunciando di voler ridiscutere la collaborazione internazionale nelle questioni fiscali, riprendendo gli standard dell’Ocse in materia di assistenza amministrativa.

Entro il prossimo vertice del G20 previsto per settembre «la Svizzera non avrà ancora firmato accordi con dodici paesi per il sovraccarico, ma avremo elementi a sufficienza per assicurarci che rispetterà i suoi impegni», aveva precisato nei giorni scorsi il ministro per il bilancio francese Woerth.

Red. Int.

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