Banchieri svizzeri a rischio d’arresto: bloccate le trasferte estere

GINEVRA – I banchieri svizzeri avrebbero ricevuto dai vertici aziendali la direttiva di limitare i viaggi all’estero, in particolare in Francia e Germania, i due paesi che più di altri stanno sostenendo una campagna contro il segreto bancario.

Secondo alcune testimonianze raccolte dal quotidiano elvetico Le Temps, “gli associati non dovranno più lasciare la Svizzera al fine di non correre il rischio di essere arrestati e costituire un precedente” alla vigilia del vertice del G20 di Londra.

I banchieri svizzeri sono stati invitati a evitare “in particolare di recarsi in Francia e in Germania”, ha spiegato una fonte citata dal quotidiano, sottolineando che “non dovranno più lasciare Ginevra”. “Non tutte le banche sono così radicali ma la tendenza è alle restrizioni”, ha sottolineato Le Temps, che riporta la testimonianza del direttore di un ‘fondo’: “Quando esco dal paese, non porto nessuna documentazione, neppure i miei biglietti da visita. Occorre essere discreti quanto più è possibile”.

Da parte sua l’Associazione dei banchieri svizzeri, che raccoglie 330 istituzioni presenti nella Confederazione, ha fatto sapere oggi di non aver dato alcuna istruzione in questo senso. Il G20 dovrà affrontare giovedì una revisione delle finanze internazionali che comprenderà, con ogni probabilità, una serie di iniziative per la lotta contro i paradisi fiscali. In quella occasione potrebbe essere resa pubblica una lista di paesi che non restii a collaborare in materia di tassazione.

Nel timore di vedere il proprio nome su quella lista, la Svizzera, il Liechtenstein, il Belgio e il Lussemburgo hanno aperto una breccia sul loro consueto segreto bancario, accettando a metà marzo di conformarsi agli standard dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE) che prevede in particolare lo scambio di informazioni in caso di evasione fiscale.

Red. Int.

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