Caso Ubs e segreto bancario, Svizzera: «gli Usa violano i trattati»
BERNA/MIAMI – Nel procedimento civile contro UBS al tribunale di Miami, gli Usa hanno chiesto la consegna di informazioni su 52 000 titolari di conti Ubs in Svizzera, sospettati di evasione fiscale. Ieri la Svizzera ha presentato negli Usa una propria amicus curiae brief, ovvero una memoria difensiva senza prendere parte al procedimento, come previsto dalla normativa statunitense.
Nel comunicato odierno che annuncia la presentazione, le istituzioni elvetiche parlano senza mezzi termini di violazioni e scorrettezze: «il procedimento civile americano contro l’Ubs viola il vigente accordo di doppia imposizione tra la Svizzera e gli Stati Uniti», «la procedura concordata è stata elusa unilateralmente». Non solo, l’ufficio federale sottolinea anche che «il tentativo di costringere l’Ubs a consegnare dati di clienti viola la sovranità svizzera» e «rischia di obbligare l’Ubs a contravvenire alle disposizioni legali svizzere.»
L’accordo di doppia imposizione attualmente vigente tra i due paesi, infatti, prevede uno scambio di informazioni solo in caso di frode fiscale e con specifici criteri. La Svizzera sottolinea che nessun altro Stato trasmetterebbe dati di questa portata e con tali modalità.
Intanto, come già annunciato da alcune settimane, martedì scorso la confederazione ha intavolato con gli Stati Uniti concrete trattative per una revisione di tale accordo, che riprenda in toto lo standard Ocse nell’assistenza amministrativa in materia fiscale.
La Svizzera teme che il procedimento civile pendente contro l’Ubs possa impedire di concludere con successo tali trattative e mettere in pericolo la ratifica del nuovo accordo.
Luca Spinelli
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