L’industria svizzera è in crisi

BERNA – Ancora tempi duri per l’industria svizzera. Nel settore metalmeccanico, nel terzo trimestre 2009 le vendite sono nuovamente diminuite di quasi il 25 percento, mentre le ordinazioni sono scese del 20 percento. E all’orizzonte non si prevedono schiarite.

Per il momento, scrive in un comunicato odierno l’associazione di settore Swissmem, «non è in vista un miglioramento», e anche «le prospettive rimangono incerte», chiedendo un aiuto dello stato per la soluzione delle difficoltà. Il settore ha registrato una contrazione del 24,4%, rispetto allo stesso periodo del 2008.

Le cause della difficile situazione dipendono non tanto da problemi interni ma quasi interamente dalla crisi dei paesi confinanti, che non investono più all’estero nel tentativo di contenere la spesa.

Se da una parte le ordinazioni dal mercato interno si sono infatti stabilizzate, registrando una flessione contenuta al 3,6 percento, la domanda dall’estero ha constatato un calo vertiginoso del 22,8% rispetto all’anno precedente.

Il volume totale delle seportazioni per i primi nove mesi dell’anno è di 46,7 miliardi di franchi, in calo del 23,4%. L’export verso i mercati europei ha segnato una flessione del 26 percento. Verso gli Stati Uniti la diminuzione è invece del 22,3 percento. Un po’ meglio solo i mercati asiatici, in flessione del 14,9 percento.

La crisi del settore colpisce gravemente anche l’occupazione. Dei 50’000 posti di lavoro creati negli ultimi cinque anni, ben 17’000 sono stati cancellati: più del 33 percento. A fine giugno 2009 nell’industria metalmeccanica risultavano impiegati a tempo pieno 338’355 lavoratori.

Red. Int.

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