Ocse, pressione sui paradisi fiscali
LONDRA – Il G20 di oggi a Londra deve dare un chiaro segnale contro i paradisi fiscali. Lo chiede il presidente dell’OCSE Angel Gurria. «Le buone intenzioni sono una cosa, la messa in pratica un’altra. Per questo i capi di Stato e di Governo riuniti a Londra non possono ancora festeggiare il loro trionfo sui paradisi fiscali», ha puntualizzato Angel Gurria, aggiungendo che «i partecipanti al vertice devono riconoscere i progressi fatti da alcuni paesi, ma devono soprattutto cogliere l’occasione per lanciare un segnale forte a coloro che si oppongono ad ogni cambiamento».
Gurria ha poi ricordato che «non sono soltanto i paesi ricchi che pagano le conseguenze di queste prassi fiscali»: «ogni anno i paesi in via di sviluppo perdono miliardi di dollari a causa delle fughe di capitali e delle delocalizzazioni delle imprese».
Il vertice del G20 del 2 aprile è uno dei più importanti degli ultimi anni, i partecipanti sono infatti chiamati a trovare una ricetta per uscire dal tunnel della recessione e per ridisegnare l’architettura del sistema finanziario mondiale, anche attraverso una stretta attorno ai cosiddetti paradisi fiscali (tra i quali potrebbero rientrare Svizzera, San Marino, Lussemburgo, Andorra, Liechstenstein, Austria).
Intanto ieri con una storica mossa, la Repubblica di San Marino ha siglato con l’Italia un accordo per la cooperazione economica (di cui l’agenzia Libertas pubblica il testo). Lo scopo, oltre a normalizzare i rapporti tra i due stati resi difficili da alcune scelte bancarie italiane delle settimane scorse, è evitare l’inserimento della Repubblica nella black list dei paradisi fiscali. Gli accordi in merito alla collaborazione fiscale saranno invece definiti e firmati nelle prossime settimane.
Red. Int.
[…] dal precedente governo Monti, annunciando rivoluzione. L’Italia, invero, dopo le molte pressioni internazionali, sarebbe uno degli ultimi grandi paesi a firmare un accordo fiscale con la confederazione elvetica. […]