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Legge sul suicidio assistito: intervista al Dipartimento di giustizia e polizia

BERNA – L’intenzione del governo di limitare le possibilità di accesso al suicidio assistito sta suscitando polemiche e reazioni in tutta Europa. Molti lettori ci hanno chiesto chiarezza sulle modalità di approvazione della nuova legge.

Per comprendere meglio la situazione e i tempi necessari, LaNotizia.ch ha intervistato A. Schmocker, avvocato del Dipartimento federale di giustizia e polizia.

LaNotizia: Quanto tempo è necessario, di norma, affinché un avamprogetto di legge si trasformi in un testo concreto e – successivamente – venga approvato?

A. Schmocker: Un avamprogetto di legge solitamente viene messo in consultazione per un periodo di tre mesi (cfr. Art. 7 della Legge federale del 18 marzo 2005 sulla procedura di consultazione, Legge sulla consultazione, Lco). Alla luce delle risposte e dei commenti fatti durante la procedura di consultazione il testo dell’avamprogetto viene in seguito modificato e sottoposto al Consiglio federale. Dopo l’approvazione del Consiglio federale il progetto di legge ed il relativo messaggio sono trasmessi al Parlamento federale.

LaNotizia: Da lì in poi quanto tempo ci vorrà per l’approvazione definitiva?

AS: Non ci è possibile dare indicazioni sui tempi necessari fino alla definitiva approvazione di un testo di legge, visto che questi vengono stabiliti dal Parlamento.

LaNotizia: Chi sono esattamente i soggetti coinvolti nella consultazione?

AS: Secondo l’articolo 4 della Legge sulla consultazione qualsiasi persona o organizzazione può partecipare a una procedura di consultazione e rispondere presentando un proprio parere.
Sono invitati a esprimere il proprio parere: i Cantoni; i partiti rappresentati nell’Assemblea federale; le associazioni mantello nazionali dei Comuni, delle città e delle regioni di montagna; le associazioni mantello nazionali dell’economia ed altri ambienti interessati nel singolo caso.

LaNotizia: E con che modalità possono esprimere il proprio parere?

La procedura di consultazione si svolge per scritto, in forma cartacea e in forma elettronica.

LaNotizia: L’avamprogetto di normativa sul suicidio assistito è consultabile online? A quale indirizzo?

AS: Sì. È consultabile all’indirizzo www.ejpd.admin.ch/ejpd/it/home/dokumentation/mi/2009/2009-10-28.html

LaNotizia: L’eventuale nuovo testo necessiterà di un’approvazione popolare?

AS: Trattandosi di una legge federale il nuovo testo potrà essere oggetto di un referendum facoltativo (cfr. articolo 141 della Costituzione federale).

Luca Spinelli

Video: Suicidio assistito, come sono gli ultimi istanti?


Svizzera, psichiatra aiuta malato a suicidarsi: è omicidio

BERNA – Aveva aiutato nel 2001 un malato psichico 46enne a togliersi la vita. Oggi, il Tribunale federale ha confermato per Peter Bauman, psichiatra zurighese in pensione, la pena di quattro anni di Carcere per omicidio intenzionale decisa dalla corte d’appello di Basilea.

Il malato soffriva all’epoca di una grave depressione e aveva già tentato di togliersi la vita. Si era successivamente rivolto a Baumann, ex collaboratore dell’associazione Exit, noto per le sue convinzioni favorevoli al suicidio assistito per i malati psichici.

Dopo un appuntamento di due ore nello studio del medico, i due avevano avuto altri quattro colloqui al telefono prima che lo psichiatra prendesse la decisione di fornire assistenza. Bachmann aveva acquistato presso un normale supermercato del gas esilarante. La morte era poi avvenuta per asfissia il 20 aprile 2001 nell’abitazione del paziente, per mezzo del gas e di un sacchetto di plastica.

Secondo la giustizia basilese, lo psichiatra non avrebbe tenuto conto del fatto che il paziente, a causa delle patologie mentali, non era più capace di intendere e di volere.

La suprema corte, infliggendo la pena, ha tuttavia respinto anche il ricorso del pubblico ministero basilese che chiedeva sei anni di carcere anziché quattro. Baumann, 74enne, ha già trascorso tre mesi di detenzione preventiva. Nel luglio del 2007, infatti, il Tribunale penale di Basilea lo aveva condannato per omicidio colposo e aiuto al suicidio a tre anni di carcere, due dei quali con la condizionale, riconoscendolo responsabile anche della morte di una donna paralitica di 60 anni nel 2002.

In seconda istanza, il 1 ottobre 2008, il Tribunale d’appello lo aveva prosciolto per quest’ultimo caso, ritenendolo una semplice assistenza al suicidio indiretta, punibile solo se prestata “per motivi egoistici”. Esso ha tuttavia inasprito la pena per la vicenda del malato psichico, stabilendo per il medico quattro anni di carcere per il reato di omicidio intenzionale.

Red. Int.

Eutanasia e sucidio assistito: quasi 1000 persone in lista d’attesa

ZURIGO – Almeno 800 cittadini britannici sono in lista d’attesa per accedere al suicidio assistito nella clinica zurighese Dignitas. Malati inguaribili o terminali che desiderano morire con l’assistenza medica per sottrarsi alle profonde sofferenze della loro condizione. La notizia è stata pubblicata ieri dal settimanale britannico The Observer.

34 degli 800 avrebbero già ottenuto un primo via libera e potranno recarsi in Svizzera per morire con l’iniezione letale. Almeno cinque di questi avrebbero già un appuntamento, mentre per gli altri 29 non ci sarebbe ancora una data precisa. Altri quattro, infine, hanno visto la loro domanda respinta, cosa che avviene nel caso la commissione di esame ritenga che la malattia non sia incurabile o che il soggetto non sia sufficientemente in grado di intendere e volere.

In Svizzera, come in pochi altri paesi al mondo, il suicidio assistito e l’eutanasia passiva (interruzione delle cure) non sono perseguiti, pur non essendo nemmeno esplicitamente permessi dalla legge. L’eutanasia attiva – sottrazione della vita senza volontà esplicitamente espressa dal soggetto – è invece illegale. Da qualche settimana è inoltre previsto dalla legge il cosiddetto testamento biologico, chiamato “volontà anticipate”, nel quale si può decidere anticipatamente quali potranno essere i trattamenti ai quali essere sottoposti in caso di grave malattia o impossibilità di decidere.

Secondo l’Observer, dal 2002 in Gran Bretagna, dove ciascuna di queste pratiche è illegale, il numero di richieste di suicidio assistito verso la Svizzera si è decuplicato.

La prossima settimana, intanto, la Camera dei Lord dovrà rispondere all’interpello di una donna di 46 anni malata di sclerosi multipla progressiva, Debbie Purdy, che ha chiesto di stabilire se il marito sarà perseguibile qualora la accompagnasse in Svizzera per morire.

Secondo il Suicide Act del 1961, infatti, chiunque aiuti, incoraggi, consigli o si adoperi per il suicidio di qualcun’altro rischia fino a 14 anni di carcere.

Sempre questa settimana un gruppo di Lord, guidati da Lord Falconer e da Baroness Jay, guiderà una battaglia per emendare la legge e ottenere almeno che chi accompagna all’estero una persona cara a morire non rischi il carcere.

«È una tragica anomalia che chi dedica un’amorevole assistenza a un caro si trovi poi sotto la minaccia di quattordici anni di carcere», ha dichiarato la baronessa Jay. La battaglia è sostenuta da un gruppo d’opinione consistente che, in caso di vittoria, costringerebbe l’esecutivo a dare una risposta a uno dei temi più dibattuti nella società moderna.

Luca Spinelli