Eutanasia e sucidio assistito: quasi 1000 persone in lista d’attesa
ZURIGO – Almeno 800 cittadini britannici sono in lista d’attesa per accedere al suicidio assistito nella clinica zurighese Dignitas. Malati inguaribili o terminali che desiderano morire con l’assistenza medica per sottrarsi alle profonde sofferenze della loro condizione. La notizia è stata pubblicata ieri dal settimanale britannico The Observer.
34 degli 800 avrebbero già ottenuto un primo via libera e potranno recarsi in Svizzera per morire con l’iniezione letale. Almeno cinque di questi avrebbero già un appuntamento, mentre per gli altri 29 non ci sarebbe ancora una data precisa. Altri quattro, infine, hanno visto la loro domanda respinta, cosa che avviene nel caso la commissione di esame ritenga che la malattia non sia incurabile o che il soggetto non sia sufficientemente in grado di intendere e volere.
In Svizzera, come in pochi altri paesi al mondo, il suicidio assistito e l’eutanasia passiva (interruzione delle cure) non sono perseguiti, pur non essendo nemmeno esplicitamente permessi dalla legge. L’eutanasia attiva – sottrazione della vita senza volontà esplicitamente espressa dal soggetto – è invece illegale. Da qualche settimana è inoltre previsto dalla legge il cosiddetto testamento biologico, chiamato “volontà anticipate”, nel quale si può decidere anticipatamente quali potranno essere i trattamenti ai quali essere sottoposti in caso di grave malattia o impossibilità di decidere.
Secondo l’Observer, dal 2002 in Gran Bretagna, dove ciascuna di queste pratiche è illegale, il numero di richieste di suicidio assistito verso la Svizzera si è decuplicato.
La prossima settimana, intanto, la Camera dei Lord dovrà rispondere all’interpello di una donna di 46 anni malata di sclerosi multipla progressiva, Debbie Purdy, che ha chiesto di stabilire se il marito sarà perseguibile qualora la accompagnasse in Svizzera per morire.
Secondo il Suicide Act del 1961, infatti, chiunque aiuti, incoraggi, consigli o si adoperi per il suicidio di qualcun’altro rischia fino a 14 anni di carcere.
Sempre questa settimana un gruppo di Lord, guidati da Lord Falconer e da Baroness Jay, guiderà una battaglia per emendare la legge e ottenere almeno che chi accompagna all’estero una persona cara a morire non rischi il carcere.
«È una tragica anomalia che chi dedica un’amorevole assistenza a un caro si trovi poi sotto la minaccia di quattordici anni di carcere», ha dichiarato la baronessa Jay. La battaglia è sostenuta da un gruppo d’opinione consistente che, in caso di vittoria, costringerebbe l’esecutivo a dare una risposta a uno dei temi più dibattuti nella società moderna.
Luca Spinelli
Sono depressa da 30 anni voglio morire non ce la faccio piu
Buongiorno mi chiamo roberto è da 10giorni che ho influenza è febbre non mangio niente facio spremute è prendo pastiglie è sono stanco voglio fare finita mi potete fare la iniezione per morire grazie
Secondo me,ognuno di noi deve poter decidere liberamente il proprio destino,tanto non vale la pena vivere in questo mondo di …….,guardate a che punto ci hanno portato tutti quelli che comandano ,basta vedere ogni giorno quanti scandali nel nostro paese e capisci tutto.Fate fare una legge anche in Italia x l’eutanasia cosi andiamo tutti in paradiso e lasciamo solo quelli …………….. .
mi hanno “obbligata” alla vita, voglio essere libera di decidere quando e come concludere “l’obbligo”
EUTANASIA LIBERA FREE per tutti……..