Fine del segreto bancario, primo accordo tra Svizzera e Danimarca
BERNA – Martedì 26 maggio la Svizzera e la Danimarca hanno trovato un’intesa a livello tecnico per lo scambio di informazioni fiscali sui titolari di conti correnti esteri, come previsto dall’articolo 26 del modello di Convenzione dell’OCSE.
La notizia arriva direttamente dal Dipartimento federale delle finanze, e fa luce sulle voci circolate in precedenza riguardo un possibile accordo già approvato. Le autorità dei due paesi hanno firmato la nuova convenzione di doppia imposizione, «secondo parametri decisi dal Consiglio federale elvetico», afferma la nota di Berna.
La convenzione firmata – tecnicamente “parafata” – non è ancora vincolante. Sarà presentata per parere ai Cantoni e alle banche e, successivamente, sottoposta al Consiglio federale. La prima nuova Convenzione di doppia imposizione dovrà essere anche sottoposta a referendum facoltativo.
Dalla nota del dipartimento delle finanze non trapela alcuna informazione sui dettagli tecnici, né sulla profondità dell'”assistenza amministrativa” che i due paesi si assicureranno. Dopo i numerosi colloqui delle settimane scorse, questo è in ogni caso il primo nuovo accordo di doppia imposizione a sancire la fine del segreto bancario per come è esistito fino ad oggi.
Dopo fortissime pressioni internazionali, infatti, il 13 marzo 2009, il governo elvetico aveva ceduto annunciando di voler ridiscutere la collaborazione internazionale nelle questioni fiscali, riprendendo gli standard dell’Ocse in materia di assistenza amministrativa.
Tale modifica, secondo le autorità svizzere, «rende possibile lo scambio di informazioni in materia fiscale su singoli casi e a seguito di domanda concreta e motivata», ma in realtà tutto dipende dal testo specifico dei nuovi accordi.
Da allora sono stati avviati negoziati e colloqui per la revisione delle convenzioni di doppia imposizione con gli Stati Uniti, il Giappone e gli altri stati dell’OCSE e dell’UE.
Red. Int.
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