Svizzera: limitare i lavoratori stranieri

BERNA – Mercoledì prossimo il consiglio federale elvetico sarà chiamato a pronunciarsi sul contingentamento dei lavoratori dell’Unione europea in Svizzera.

Serge Gaillard della segreteria di stato dell’economia, aveva dichiarato ieri a “Le Matin Dimanche” che a causa dell’aumento della disoccupazione (giovanile al 9% e generale prevista al 5,2% per il 2010), le istituzioni decideranno se varare misure per limitare il numero di lavoratori che le imprese elvetiche possono assumere dall’estero. Il problema sarà proposto al governo da Eveline Widmer-Schlumpf, capo del Dipartimento di Giustizia e polizia (DFGP).

Gli accordi bilaterali attualmente in vigore tra Europa e confederazione, infatti, permettono alla Svizzera di limitare l’afflusso di lavoratori stranieri in casi eccezionali o a causa di una forte immigrazione. La crisi occupazionale elevtica, una delle più forti degli ultimi anni (anche se migliore degli altri paesi dell’area europea), preoccupa le istituzioni, che potrebbero quindi varare misure protezionistiche.

Ma l’idea non piace all’Europa. Secondo Eneko Landaburu, direttore generale delle relazioni esterne della UE,  in tempi di crisi bisogna dare prova di solidarietà: ricorrere a metodi protezionistici è controproducente. Secondo Landaburu è necessario puntare sulla solidarietà, senza mettere in discussione i principi internazionali della libertà di circolazione delle persone, dei servizi e delle merci.

Red. Int.

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