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Video: il Cern di Ginevra in 3 minuti

Ginevra, roditori in grado di fiutare le malattie

GINEVRA – Topi e ratti hanno un super-olfatto: il loro naso è dotato di speciali sensori olfattivi, che consentono loro di fiutare e riconoscere altri animali malati e cibo andato a male. La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori dell’Università di Ginevra (Svizzera), diretti da Ivan Rodriguez, autori di uno studio pubblicato su Nature.

I ricercatori hanno scoperto cinque membri della famiglia dei formyl peptide receptor (Fpr) espressi nei neuroni che foderano l’organo vomeronasale di questi roditori. Si tratta di sensori, sensibilissimi, che permettono ai piccoli mammiferi, come spiegano i ricercatori, di individuare molecole associate a varie malattie e stati infiammatori, presenti in particolare nell’urina. Con un meccanismo “simile a quello implicato nella rilevazione dei feromoni”, sostanze chimiche in grado di suscitare delle reazioni specifiche in altri individui della stessa specie.

I Fpr sono noti per aiutare a regolare la risposta immunitaria alle infezioni. Nello studio i ricercatori svizzeri mostrano che questi recettori rispondono a sostanze chimiche, legate a malattie e infiammazioni e secrete nelle urine. In pratica, in questo modo gli animali riescono ad annusare composti ‘spia’ contaminati, come ad esempio quelli nel cibo andato a male, e a identificare i soggetti malati annusando la loro urina. Due compiti in cui i topi eccellono.

Non solo: sono dotati di questa capacita’ anche il ratto e il gerbillo (roditore di minuscole dimensioni), ma non il porcellino d’India. Le ricerche svizzere proseguiranno, per capire se altri mammiferi possiedono questa particolare famiglia di sensori.

Red. Tec.

Internet nasceva nel 1989, a Ginevra.

GINEVRA – Il World Wide Web – chiamato più familiarmente “Web” – ha festeggiato oggi al CERN di Ginevra il suo ventesimo compleanno, nell’ambito di una cerimonia cui ha partecipato il suo inventore Tim Berners-Lee, ex operatore del Centro europeo di ricerche nucleari.

Il 13 marzo 1989, il ricercatore sottoponeva al suo superiore Mike Sendall un progetto riguardante un nuovo sistema di gestione dell’informazione, volto a mettere in rete gli scienziati del centro ginevrino e i loro colleghi nel mondo intero. “Un po’ vago, ma promettente” annotò Sendall sul documento, autorizzando Berners-Lee a proseguire i lavori. Nel settembre 1990, il ricercatore ricevette un computer NeXT Cube, col quale nel dicembre successivo sviluppò il Web.

Se il Web non ha più nulla a che vedere con il sistema d’informazione – che all’epoca della sua nascita collegava soltanto un piccolo gruppo di computer del centro di ricerche – “le sue radici saranno per sempre legate al CERN”, ha dichiarato Berners-Lee nell’ambito della cerimonia odierna, durante la quale il britannico ha effettuato una dimostrazione con il browser originale.

“Lo spirito creativo che ha permesso a Tim Berners-Lee d’inventare il Web è ancora vivo al CERN”, ha assicurato da parte sua il direttore generale del Laboratorio, Rolf Heuer. Il Web è senz’alcun dubbio la ricaduta tecnologica più conosciuta del CERN – ha rilevato – ma le tecnologie messe a punto dal Laboratorio trovano applicazioni concrete in numerosi altri campi.

Red. Int. (ATS)